Esiste un piccolo paradiso nel Mediterraneo. Un posto meraviglioso, dove per una giornata si può provare la magia di un viaggio all’indietro nel tempo, fino a prima che la mano pesante dell’uomo cambiasse velocemente l’aspetto e la sostanza del nostro amato mare. Si chiama Scandola, e non è poi troppo lontano né difficile da raggiungere. E’ un Parco Marino, ritagliato circa cinquanta anni fa in uno scenario naturale tra i più belli del mondo. Viaggiare al tramonto, in una serata limpida di maggio o di ottobre, lungo le scogliere a picco che da Piana arrivano a Porto, con il sole che accende le scogliere rosse, affacciarsi sul Golfo di Girolata, o ammirare dal mare le strane forme degli scogli, forgiati da qualche vulcano, ed erosi dal vento e dal mare in tempi non comprensibili per noi ospiti in rapido passaggio, sotto il volo impeccabile del falco marino, mentre le capre selvatiche scendono fino alla riva a mangiare, è qualcosa che nessun amante del mare e della natura dovrebbe mancare di fare, almeno una volta nella vita. Per noi che abbiamo sempre l’occhio più attratto dal blu che da altri colori, la parte più bella è sott’acqua. E’ possibile incontrare ed ammirare praticamente tutte le specie del Mediterraneo. Saraghi maggiori in branchi, cernie di ogni dimensione, corvine sospese immobili sopra piccole frane di massi, dentici che con lo sguardo fiero arrivano per controllare chi si stia avvicinando…. E la cosa bella è che questi pesci vanno meritati, perché sono pesci selvaggi. Le cernie non si avvicinano all’uomo, perché non sono state abituate a prendere da mangiare dalle mani di subacquei che le hanno trasformate in cagnolini ammaestrati, riducendo un parco a poco più di un circo per il piacere di estranei paganti. I pesci ci sono, tanti, bellissimi, ma scappano se si tenta un approccio troppo diretto, o se si resta troppo tempo nello stesso posto. Le uniche anomalie sono i posti dove le scogliere a picco lasciano spazio a piccoli spazi con acqua bassa, dove si può ancorare, e dove probabilmente dalle barche si butta in acqua qualcosa che i saraghi e le occhiata possono mangiare. Il parco è molto piccolo. La parte a mare misura circa 650 ettari. L’AMP delle Egadi 53.992 ettari. Quasi 100 volte di più. E’ vietata dappertutto l’immersione con le bombole. Sono vietati tutti i tipi di pesca. In qualche AMP italiana, oltre a tutte le forme di pesca sportiva tranne quella in apnea, sono ammesse quasi tutte le forme di pesca professionale, compreso il cianciolo (AMP Regno di Nettuno, sentenza TAR Campania). La Scandola è controllata in modo costante ed efficace (forse è più facile controllare 650 ettari che 53.992, soprattutto quando le risorse sono limitate). Insomma, il parco funziona, e funziona bene, è fruibile e fruito, visitato ed amato da tutti. Probabilmente non costa nemmeno moltissimo, e si possono far rispettare le giuste regole senza pesare sulle normali attività. Troppo complicato? Le immagini girate nella meravigliosa giornata alla Scandola faranno parte dei uno degli episodi della serie "I vagabondi della pesca in apnea, prossimamente in onda su Pesca TV Sky 236 |
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September 2015
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